giovedì 20 giugno 2013

Ogni volta che sento insinuarti,
quando hai sfinimento
per assenza mia e vergogna tua,
io ci ricado dentro.
Ed è come esser cento ed
esser azzerata in un lasso di tempo
che fu tanto per allontanarmi e niente per riavvicinarmi.
Ed è immaginarmi nuovamente in te
che ormai da sempre vivi in me.
E passa il tempo e mi abituo senza
ma poi ritorni e questa lotta mi riappare eterna.
Penso, posso, e invece poi
è come ricader in un fosso.
Non ho mai capito chi allora tua sia
l'anima o la condanna mia?
E non sai di tutto il sudore
per accettar, ogni giorno, senza te, le mie ore.
E non sai di tutte le volte in cui, senza pudore,
mi lasciai andare tra braccia diverse senza amore.
No, non puoi sapere delle notti in bianco,
stringendo il cuscino, sentire solo il rumore del pianto,
e il respiro improvvisamente mancante
cogliermi nel mezzo della vita passante.
No, non sai che da quel giorno io non amo più
non per far torto a me
ma solo perché non sei mai tu.
Quante energia e volontà
per creare una mia realtà, fatta di luce e libertà
priva di rabbia e sofferenza per me stessa.
E non odio né tristezza ma sola consapevolezza
in un sorriso e una stretta.